Cosa sono gli attacchi di panico?
- Laura Marion 
- 4 ago 2020
- Tempo di lettura: 3 min

Il panico è una condizione emotiva di paura e terrore, in cui però prevalgono gli aspetti corporei e fisiologici della paura: il cuore che palpita o il corpo che trema e suda. Inoltre ci si può sentire estraniati dalla realtà e perfino da se stessi. Si ha paura, ma non si capisce bene di cosa. Forse proprio dello star male, in una condizione che è terrificante, in cui si può percepire la sensazione di impazzire.
Gli attacchi di panico si manifestano con un’improvvisa e intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnata da sintomi fisici (dovuti all'attivazione del sistema nervoso simpatico), e cognitivi (come ad esempio paura di impazzire, di perdere il controllo o di morire, de-realizzazione o depersonalizzazione). Generalmente raggiungono rapidamente l’apice e sono di breve durata (generalmente durano fino a 10 minuti).
I sintomi somatici possono includere:
- Tachicardia o palpitazioni sesso associati con dolore al petto (per questo motivo a volte gli attacchi di panico vengono confusi con patologie cardiologiche); 
- Tremori; 
- Difficoltà respiratore come affanno, nodo alla gola o sensazione di soffocamento; 
- Nausea, sensazioni di chiusura alla bocca dello stomaco o dolori addominali; 
- Capogiri, stordimento; 
- Sensazione di perdere i sensi; 
- Aumento della sudorazione oppure brividi (causati dai cambiamenti improvvisi della temperatura corporea e della pressione); 
- Formicolii o intorpidimenti degli arti o del viso 
- Rossore al viso. 
Di solito gli attacchi sono più frequenti in periodi stressanti. Alcuni eventi di vita (ad esempio perdita o malattia di una persona significativa, separazione, problemi lavorativi o finanziari, essere vittima di qualche forma di violenza,) possono infatti fungere da fattori precipitanti, anche se non portano necessariamente un attacco di panico.
Il disagio generato dagli attacchi di panico è spesso accompagnato da vergogna e timore che il malessere sia percepito dalle altre persone favorendo un’immagine di sé “debole”.
Con l’andare del tempo si presenta una preoccupazione persistente di avere altri attacchi e/o di preoccupazione relativa alle implicazioni o alle conseguenze dell’attacco (ad esempio, perdere il controllo, avere un infarto cardiaco, impazzire), e seguiti da una significativa alterazione del comportamento (ad esempio evitare i luoghi o le situazioni in cui precedentemente c’è stato un attacco di panico).
Il singolo episodio, quindi, può sfociare in un vero e proprio disturbo di panico, più per la “paura della paura”. La persona si trova rapidamente invischiata in un tremendo circolo dal quale diventa complicato uscire.
In queste condizioni diventa difficile superare gli attacchi di panico da solo e per questo motivo è consigliabile rivolgersi ad uno specialista.
La psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, insieme ai training di rilassamento, è considerato il trattamento più efficace per la cura degli attacchi di panico.
Nello specifico, l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), cerca di aiutare la persona a sviluppare una flessibilità psicologica, che può essere di grande aiuto per affrontare il problema del panico. Per flessibilità psicologica si intende la capacità di vivere il momento presente senza lasciarsi trascinare nel passato o nel futuro, riconoscere i propri pensieri senza fondersi in essi, vincere la tendenza ad evitare le situazioni di disagio, identificare quando ci definiamo in modo eccessivamente rigido e saper agire tenendo conto di ciò che è davvero importante per noi.
Chi ha vissuto l’esperienza del panico, cerca di controllare sempre di più i segnali del proprio corpo perché non vuole più sperimentare quelle sensazioni. Purtroppo il controllo eccessivo porta a riconoscere possibili segnali di panico, come un maggior battito cardiaco, un piccolo disturbo addominale, una “strana” sudorazione, specie in presenza di situazioni simili a quelle del primo episodio. Diventa facile a questo punto “fondersi” con il pensiero che è meglio evitare certe situazioni per non provare nuovamente il panico.
Bisogna quindi imparare a riconoscere le proprie sensazioni corporee senza per questo averne paura e a districarsi da pensieri eccessivamente rigidi per muovere i primi passi per superare il disturbo.
Un ulteriore passaggio sarà la ricerca di ciò che è davvero significativo per la singola persona, i cosiddetti valori, e come impegnarsi in azioni che vadano verso quelle direzioni. La maggiore difficoltà per chi soffre di attacchi di panico è riuscire a sospendere l’evitamento di situazioni considerate pericolose, ma che lo allontanano dal vivere una vita significativa.



Commenti